The king, il re nero. Leggendo la trama prima di iniziare la lettura, ero molto scettica, poichè l'impressione era quella di trovarmi di fronte al solito clone de "Il Signore degli anelli". Ho dovuto però ricredermi. Il racconto è formato dall'intreccio di due storie divise ma parallele che nel finale arrivano ad incrociarsi. Il libro parla di una terra antica e magica stretta dalla morsa della guerra tra bene e male, ma anche dalla difficile convivenza tra i popoli diversi che la abitano. La storia comicia nelle terre più a sud di Valdar dove un giovane principe della tribù Warantu intraprende, insieme al suo sciamano, un viaggio alla scoperta di ciò che c'è e che avviene fuori dalla sua terra, verso la città di Kemyss, dove vuole trovare delle risposte su di sè. Il viaggio dei due non procede bene poiché la loro cultura, le loro tradizioni, e la colorazione della pelle "scura" sono diverse dal resto della gente. Kemyss è una fortezza costruita e custodita dai figli di Dayros, il cui capo è uno shaziro (elfi che un tempo erano malvagi e che dopo la sconfitta nella guerra si sono converti al bene e sono costretti ad indossare il bracciale della colpa) di nome Gulneras. Kenna, il fratello di quest’ultimo, è al servizio dell’unificatore, il quale vuole riunire tutta la razza goblin sotto il suo comando, compresi quelli al servizio del malvagio stregone che progetta di risvegliare un antico demone e che per riuscirci farà rapire Kestel, una bambina che possiede un potere magico molto raro in grado di risvegliare il demone. Il giovane principe Manatasi promette alla madre dell bambina, Kade, di riportargliela sana e salva. Il gruppo di valorosi dovrà affrontare non poche difficoltà per riuscire nella missione. Lungo il cammino alla ricerca di Krestel si imbatteranno in nemici terribili, ma, fortunatamente, anche in valorosi alleati, verso uno scontro finale ricco di colpi di scena. Come ho detto in apertura, inizialmente il libro non mi trasmetteva grandi aspettative, poichè all'apparenza troppo simile ad altri racconti del genere. Durante la lettura si viene però coinvolti e più si legge e più si vuole leggere, per scoprire cosa accadrà ai protagonisti. Alla fine questo libro mi ha veramente entusiasmata e mi è piaciuto veramente. Mi ha appassionata al tal punto che quando dovevo lasciare la lettura non vedevo l'ora di poterla riprendere. Non mi sono ritrovata di fronte al solito fantasy con forze oscure, demoni, stregoni e guerrieri, ma ad una storia più complessa e articolata, dove grande importanza ha anche la diversità culturale ed etnica dei protagonisti rispetto agli altri popoli. Mi ha sorpreso favorevolmente l'autore, Mark Menozzi, che si destreggia tra le pagine del libro come un veterano della scrittura, ma che invece è al suo primo romanzo. Molto curata l'edizione di Fazi Editore, che scommette su questo libro donandogli un'edizione di lusso cartonata con sovracopertina e pagine bordate di nero. Un libro che mi sento di consigliare a tutti gli amanti del genere, ma anche a chi vuole avvicinarsi al fantasy senza rischiare di trovarsi di fronte le solite storie di stregoni e guerrieri che se le danno di santa ragione per tutta la durata del libro. |